Come faccio a capire se nella mia relazione mi comporto da crocerossina?

Dobbiamo capire bene in che modo ci relazioniamo con il nostro compagno! Erick Fromm distingue quello che è amore dipendente: “Ti amo perché ho bisogno di te” dall’amore maturo: “Ho bisogno di te perché ti amo”. Cosa mi spinge a comportarmi cosi e a ricercare sempre i bugiardi patologici? Sicuramente un partner amorevole e attento alle nostre necessità risulterà ai tuoi occhi come poco attraente e in alcuni casi noioso. Questo può dipendere dal fatto che forse non credi di meritare questa amorevolezza, probabilmente perché non sei stata abituata a riceverla. La tendenza è quella di vedere e desiderare dell’altro quello che a te manca! Il bugiardo patologico infatti ostenta sicurezza e indipendenza e all’inizio della relazione ti fornisce tutta la considerazione di cui hai bisogno e che non hai mai ricevuto. Purtroppo però questa è solo una strategia e in men che non si dica ti farà passare dalle stelle alle stalle. In questa condizione sentirai improvvisamente tutta la tua solitudine e il senso di abbandono che vivi dentro di te e sperimenterai il bisogno di attenzione che ti aveva fornito all’inizio. Questo è proprio il meccanismo che ti porterà a diventare una “dipendente affettiva”. Ti attaccherai ad ogni piccolo segnale di considerazione e finirai col giustificare anche i suoi gesti malsani. La tua idea prevalente intanto sarà quella di pensare che non ci sono alternative accettabili a quella attuale e vivrai in uno stato di costante angoscia per paura di essere abbandonata. Il tuo desiderio prevalente sarà quello di entrare in simbiosi e fonderti con “l’oggetto del tuo amore” per ricevere accudimento e sicurezza che non hai ricevuto da bambina, per questo delegherai la tua felicità a qualche bugiardo con la speranza che lui possa colmare tutto il tuo passato di deprivazione. Il problema è che in realtà la paura ti spinge a non attraversare il deserto interiore che vivi dentro di te, anche se sarebbe l’unico modo per poter trovare un’oasi che ti permetta di rinfrancarti e vivere una nuova vita, ritrovando la strada per raggiungere la tua indipendenza. Il paradosso di questa situazione, poi, è quello che sei stata proprio tu a ricercare una relazione ad alto rischio di rottura, per confermare quello che ti è stato insegnato: “che non sei degna”. Questo sentirti immeritevole ti porta a pensare che se lui ha degli atteggiamenti svalutativi e in alcuni casi aggressivi nei tuoi confronti: “in fondo lo fa per il tuo bene”. Lo fa per il tuo bene ad allontanarti da tutte le tue amiche, ad isolarti e ad allontanare tutti gli affetti da te. Questo alla fine ti renderà una perfetta martire, una martire che rinuncerà alle sue esigenze e ai suoi bisogni per dedicarsi anima e corpo all’unica fonte di verità; il bugiardo appunto, nella falsa aspettativa che un giorno verrai ricompensata per questo martirio. Ma in fondo perché dovresti esplicitamente chiedere una ricompensa per quello che fai? Non è vero che l’altro sa benissimo di cosa hai bisogno? Questa purtroppo è la dolce bugia che ti racconti da sola, perché in realtà non hai compreso che “il tuo lui” non ha neanche mai preso in considerazione le tue esigenze. Se all’inizio era così dolce e amorevole utilizzava questa strategia come specchietto per le allodole. Immagino che tutto ciò che ti sto dicendo non fa altro che alimentare la tua rabbia. La rabbia che non riesci ad esprimere perché troppo a lungo sei stata abituata a contenerla e a rivolgerla verso di te. Oppure la rabbia che hai espresso qualche volta esplodendo, ma che poi ti ha fatto sentire in colpa e sempre più affamata di amore.

Nella mente della crocerossina c’è sempre l’idea di salvare qualcuno. Questa dissonanza cognitiva nasce dall’esigenza di essere accolta, di colmare il buco emotivo che ha dovuto subire nella relazione con i suoi genitori. L’illusione che tramite il suo sacrificio potrà riuscire a tirare fuori l’altro dal vortice in cui si trascina, il più delle volte, finisce per trascinare lei stessa in quel ciclone. La paura di guardare dentro se stessa e di attraversare il proprio dolore, la porterà a dedicarsi all’altro con estrema perizia. Questo non farà altro che alimentare una co-dipendenza, in cui lei tenta controllare il bugiardo e quest’ultimo farà di tutto per non perdere questo controllo mantenendo la sua condotta disfunzionale. Infatti se all’inizio il bugiardo si comporterà in modo equilibrato, non tarderà a manifestarsi la sua tendenza a reiterare i suoi comportamenti “sbagliati”, addossando poi la colpa proprio alla crocerossina, troppo controllante e invadente.

Accade qualche volta che la crocerossina diventi una “crocerossina guerriera” e il rapporto di sottomissione con il partner si inverte. E’ lei a prendere in mano la situazione, nel momento in cui vede che il bugiardo inizia a “perdere colpi” vivendo una situazione di disagio. Si trasforma in una donna svalutante e aggressiva, ma questo non le impedisce di slegarsi dalla relazione. Anzi la relazione diventa il contenitore in cui riversare tutta la propria ansia e insoddisfazione verso se stessa, per aver fatto delle scelte sbagliate e per aver portato avanti un rapporto che non riesce più a sostenere, ma da cui non riesce a slegarsi. Questa insoddisfazione viene continuamente riversata verso il compagno che diventa il bersaglio di giochi sadici e vendicativi. Come al solito la comprensione della propria sofferenza e della debolezza e dei limiti dell’altro può essere il veicolo che la condurrà fuori da questo meccanismo disfunzionale permettendole di recuperare la propria autostima e la propria autonomia.

Ma cosa accade se la crocerossina si incontra con un bugiardo evitante? Sicuramente grazie alla sua empatia riconoscerà il bisogno di amore e di considerazione che gli è stato negato e quindi il suo spirito di assistenziale si eleverà alla massima potenza. Cercherà in tutti i modi di far emergere in lui quella parte negata e nascosta, quella ferita narcisistica che gli è stata inflitta dal genitore rifiutante. Come ha dimostrato Bowlby nella sua teoria dell’attaccamento, il tipo di relazione che si instaura tra madre e bambino è fondamentale per la crescita maturativa ed emozionale del futuro adulto. Se il bambino si sente rifiutato inizierà a sviluppare una personalità di tipo insicuro/evitante. Per sopperire alla mancanza di affetto da parte della figura di accudimento si allontanerà dal sentire emozionale evitando accuratamente ogni contatto con i sentimenti. La crocerossina non si fermerà dunque alla prima difficoltà, ma più sentirà questa lontananza sentimentale e più si impegnerà affinché lui eviti di guardare dentro se stesso riconoscendo le sue emozioni. Se sarà fortunata qualche volta ci riuscirà e questa sarà la conferma che dovrà insistere. Si instaurerà quindi un tira e molla che durerà in alcuni casi anche una vita intera nella speranza che riemerga una parte di quel dolore e di quel sentimento ferito impossibile da contattare.

Se poi la crocerossina ha la sfortuna si imbattersi in un bugiardo narcisista allora i guai si moltiplicano. Infatti alla stregua dell’evitante il narcisista oltre ad essere rifiutato è stato anche svalutato dalla figura di accudimento. Per questo la sua ossessione per la fama, il potere e il prestigio, ossia il riconoscimento interno che non gli è stato mai concesso, verranno prima di tutto. Potrebbe promettere di tutto per conquistare la fiducia della crocerossina, ma in nessun caso sarà in grado di soddisfare le sue aspettative. Il suo modo per riconoscersi si attiva solo attraverso la reputazione e il ruolo che riveste all’interno della società, da cui accetta solo lusinghe. Se viene contraddetto tende ad escludere, perché non può sopportare l’umiliazione di essere ancora disconfermato.

Un ultimo caso è quello dell’incontro con il bugiardo psicopatico. Questa è la forma più pericolosa di relazione, poiché quest’ultimo tipo di personalità tende ad essere etero-aggressiva. Purtroppo i casi di cronaca rivelano un aumento esponenziale di violenze perpetrate nei confronti del sesso femminile. Per questo è fondamentale che anche la crocerossina più accanita tracci una linea di confine oltre la quale non si deve avventurare.

Giusti e L. Azzi “Neuroscienze per la psicoterapia”, 2013 - Ed Sovera

M.G. Cancrini L. Harrison "Due + due non fa ancora quattro", Roma 2002 - Ed. Armando Editore

M. Borgioni "Dipendenza e controdipendenza affettiva", Roma 2015 - Ed. Alpes