Intelligenza Emotiva

                                         

Esiste una felicità interna ed esterna e noi possiamo alimentare l'una e l'altra grazie alla consapevolezza di quello che ci accade nel momento in cui lo stiamo vivendo, proprio come quando sentiamo l'odore del pane fresco quando abbiamo fame o beviamo un bicchiere di acqua fresco sotto il caldo sole estivo. Ma quanti tipi di felicità esistono? Possiamo stimolare i nostri sensi con il ritmo di una danza che ci dona un piacere legato alla sincronia dei movimenti. Poi c'è il piacere legato alle relazioni. Pensate all'innamoramento o alla nascita di un figlio. C'è il benessere che proviamo nell'aiutare o nel cooperare con gli altri o nel vincere una competizione. C'è chi produce la sua felicità sognando ad occhi aperti e dedicandosi al cinema, all'arte alla scultura. Chi impara a vincere le proprie paure e chi ricerca nella spiritualità il contatto intimo con se stesso. Anche i ricordi o le aspettative generano un intimo senso di piacere, pensate a chi si libera di una sofferenza o di un dolore sopportato da lungo tempo. Ma esiste anche un piacere disfunzionale che ci porta a godere nell'infliggere dolore a se stessi e agli altri. La scienza ci dice che circa il quaranta per cento della nostra felicità deriva dal nostro patrimonio genetico. È l'altro sessanta per cento? Secondo uno studio condotto nel 2008 la personalità, in particolare il fattore estroversione è importante per riuscire a vivere una vita piena e lontana da nevrosi come ansia, timori, sbalzi d'umore e tensioni che aumentano la possibilità di entrare in depressione. Ma se non siete estroversi la buona notizia è che esiste un modo per bloccare l'effetto della personalità e riprenderci il nostro benessere. Un introverso potrà fare mille corsi di meditazione o di comunicazione o sforzarsi di vincere la propria paura e questo è un bene, ma la cosa che gli farà fare il salto di qualità è allenare la sua intelligenza emotiva.

Peter Salovey e John D. Mayer, delle Università statunitensi di Yale e del New Hampshire nel 1990, la descrissero come «l’abilità di controllare i sentimenti e le emozioni proprie e altrui, di distinguerle tra loro e di utilizzare tali informazioni per guidare i propri pensieri e le proprie azioni». Non è facile riconoscere le proprie emozioni, soprattutto mentre le stiamo provando, figuriamoci imparare a gestirle, che non è una semplice questione di autocontrollo. Un altro fattore importante è l'empatia verso le emozioni che provano gli altri, che non significa entrare in simbiosi con il mio partner o il mio amico, ma capire cosa sta provando per poterlo aiutare a mente fredda.
La persona poco dotata di intelligenza emotiva tende ad accusare gli altri, o le circostanze e rimane travolto dalle proprie disgrazie, perché non è in grado di decodificare ciò che sta vivendo. Ritiene che i suoi problemi siano degli ostacoli, fastidi che non gli appartengono. La persona dotata di intelligenza emotiva sarà in grado di sperimentare anche le emozioni negative e riflettere sul modo migliore per superare le circostanze che le hanno causate. La difficoltà diventa il terreno su cui misurarsi e sarà vissuta come un'opportunità di crescita e di cambiamento. Questo aumenterà la propria autostima e la propria sensazione di autoefficacia. Per questo quando provate un'emozione forte come la rabbia dovete iniziare a riflettere sul fatto che voi non siete la vostra rabbia, come dicono i buddisti, ma c'è qualche cosa che innesca questo meccanismo. Riconoscere questo meccanismo è già il primo passo per superarlo.

Quali sono le domande che devi farti per capire se sei felice? La prima è se hai un obiettivo da perseguire al mattino o se senti la monotonia della giornata. Quando ti svegli ti senti vivace e piena di energia? Sei costante in quello che fai o tendo a rimandare le cose? Hai delle passioni che ti rendono viva? Le tue relazioni sono soddisfacenti e hai delle persone che ti sostengono oppure ti relazioni con persone che ti buttano già? Quante persone ti ruotano intorno e ti chiedono consigli e da quante ti fai coinvolgere nelle loro storie? E allora come possiamo cambiare la nostra vita con l'intelligenza emotiva? Per prima cosa evita di interpretare ciò che gli altri fanno: se un amica non ti dà la giusta attenzione in un momento per te importante non devi subito pensare che non ti voglia bene, ma forse può essere una brutta giornata anche per lei. Ascolta con la giusta attenzione gli altri, ma stabilisci dei sani confini con le persone che tendono ad essere troppo invadenti. Inizia a manifestare il tuo dissenso con persone o situazioni che non ti piacciono. Ricorda che esprimere con determinazione il tuo punto di vista ti farà acquisire valore. Inizia a dire di no alle cose che non credi di riuscire a fare senza per questo sentirti in colpa. Se una amica ti racconta le sue difficoltà non lasciarti trascinare dal suo stato d'animo, ma osserva il problema dall'esterno e dalle dei consigli solo se te li chiede. Quando commetti un errore fanne tesoro perché questo è il miglior modo per apprendere e superare i tuoi limiti. Esprimi le tue emozioni positive. A volte basta un ti voglio bene per essere di aiuto ad una persona cara. Condividi solo con chi apprezza le cose che possiedi. Nulla è più sorprendente di un dono inaspettato. Prenditi cura del tuo corpo e coccolati almeno una volta al giorno. Accetta e ascolta le emozioni negative. E’ il miglior modo per non trattenerle dentro di te.

Daniel Goleman "Lavorare con l'Intelligenza Emotiva", 2018 - Ed. Bur Mondadori

Gian Luca Rosso "Raggiungere la felicità e preservarla", 2019 - Ed. ebook