come riconoscere un narcisista

 

Le caratteristiche tipiche del narcisismo sono l’egocentrismo, una preoccupazione eccessiva per il proprio valore personale, il bisogno di ottenere riconoscimento smodato da parte degli altri, la mancanza di empatia,  nonché di autentico interesse per gli altri, e un deficit nelle relazioni interpersonali. Da come possiamo notare, si tratta di un quadro complesso, in cui possiamo riconoscere due aspetti principali del narcisismo: quello “grandioso” in cui predominano i sentimenti di superiorità e la presenza di un io “ipertrofico”, un senso di unicità, importanza; quello  “vulnerabile” in cui troviamo emozioni di vergogna e umiliazione. In quest’ultimo caso, la ricerca di elogi e ammirazione è sostituita da ritiro ed evitamento delle situazioni in cui la persona potrebbe sperimentare rifiuto. Diversi autori (Caligor et al.  2015, Dimaggio et al. 2003), hanno rilevato delle fluttuazioni tra sentimenti di grandiosità e vulnerabilità, dunque non troviamo una staticità, bensi’ caratteristiche mutevoli, dinamiche, nel tentativo di salvaguardare la propria autostima. Insieme al narcisismo, si possono trovare altri disturbi in comorbilità, ovvero il disturbo di personalità antisociale, borderline, istrionico e schizotipico (Levy et al, 2009). Inoltre troviamo una possibile comorbilità con il disturbo bipolare (Vieta et al., 2000) e con abuso di sostanze .

Diversi autori hanno parlato di narcisismo, tra essi ricordiamo Heinz Kouth, il quale, fa un passo in avanti rispetto alla psicoanalisi classica, sostituendo il concetto di salute psichica proposto da Freud come “capacità di amare e lavorare” con “capacità di amare e lavorare con successo”. Con questa espressione si individua una sorta di narcisismo sano, ovvero come parte integrante delle capacità positive e sane, appunto, della persona. Per quanto riguarda invece, la nostra analisi, che pone l’accento sul versante patologico e clinico, Kouth, in “Narcisismo e analisi del sé”(1977) sostiene che ci sono diversi quadri clinici all’interno del narcisismo: le psicosi, gli stati limite, le personalità schizoidi, i disturbi narcisistici della personalità, i disturbi narcisistici del comportamento. Un altro autore di rilievo è Otto Kernberg, il quale definisce il narcisismo secondo tre prospettive: sano, infantile e patologico. Quest’ultimo consiste in uno specifico disturbo di personalità che origina da un iperinvestimento della libido sul sé ; ma il sé non è integrato, bensì presenta una “scissione” tra le rappresentazioni idealizzate del sé e degli altri. Il livello più drammatico di tale disturbo si ha quando la grandiosità del paziente si mescola ad una grande quota di aggressività. Abbiamo in questo caso il cosiddetto Narcisismo Maligno, in cui oltre al senso di sé grandioso, troviamo un sentimento di piacere provato infliggendo dolore e paura agli altri. Il Narcisista maligno è chiamato anche manipolatore o “narcisista perverso”, proprio per gli elevati livelli di ostilità con cui si rapporta agli altri e per il suo tentativo di “disumanizzare” le relazioni. Secondo Kernberg, alla base di questo disturbo ci sono sentimenti di odio e aggressività, che rappresentano appunto i nuclei centrali, nonché la spinta motivazionale che potrebbe portare il soggetto a compiere anche atti estremi come ad esempio omicidi. In particolare, l’odio deriva dalla rabbia, ovvero l’affetto in cui spesso viene canalizzata la pulsione aggressiva e che spesso si manifesta con comportamenti violenti contro il sé o l’altro. A volte l’odio, può essere talmente forte da oscurare altri aspetti legati all’aggressività come l’invidia e il disgusto. In particolare, ancora secondo Kernberg, il Narcisismo maligno si colloca in un’area limite tra disturbo Narcisistico di personalità e Disturbo Antisociale di personalità e presenta le seguenti caratteristiche:

Un comportamento antisociale.

Aggressività egosintonica o sadismo rivolto verso gli altri o verso il se stessi (tentativi di suicidio, automutilazioni trionfanti).

Un forte orientamento paranoide.

Il Narcisismo secondo il DSM-V

 

Per porre diagnosi di Disturbo Narcisistico di Personalità, in base al Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, il paziente deve presentare i seguenti criteri clinici:

  • Un modello persistente di grandiosità, necessità di adulazione, e mancanza di empatia

Questo modello è evidenziato dalla presenza di cinque o più delle seguenti caratteristiche:

  • Un'esagerata, infondata sensazione della propria importanza e dei propri talenti (la grandiosità)
  • Preoccupazione con fantasie di successi senza limiti, influenza, potere, intelligenza, bellezza, o amore perfetto
  • Convinzione di essere speciali e unici e di doversi associare solo a persone di altissimo livello
  • Un bisogno di essere incondizionatamente ammirati
  • Una sensazione di privilegio
  • Sfruttamento degli altri per raggiungere i propri obiettivi
  • Mancanza di empatia
  • Invidia degli altri e convinzione che gli altri li invidino
  • Arroganza e superbia

Inoltre, i sintomi devono avere inizio nella prima età adulta.

 

Quando il Narcisista chiede aiuto?

E’ importante rilevare che nel Disturbo Narcisistico di Personalità, il soggetto chiede aiuto non in virtù di una consapevolezza della propria sofferenza, ma nel momento in cui avverte sintomi depressivi o ansiosi che non è più in grado di gestire. Spesso si hanno difficoltà nelle relazioni interpersonali, che appaiono problematiche, troviamo infatti, situazioni di rifiuto o abbandoni, vissuti di insoddisfazione della propria vita, scarso riconoscimento dal punto di vista professionale, che portano l’individuo a una sensazione di sconfitta e fallimento. La depressione del narcisista deriva da una marcata discrepanza tra le aspettative del soggetto e la realtà esterna. In alcuni casi i soggetti narcisisti, come detto precedentemente,  avvertono un vissuto di rabbia che può sfociare in aggressività auto ed etero-diretta sia verbale che fisica. Troviamo, inoltre, un’ideazione paranoide, per cui gli altri sono invidiosi, della loro superiorità, li vorrebbero danneggiare, sminuire o disprezzare. Nonostante tali livelli di sofferenza, per il soggetto narcisista è molto difficile rivolgersi a un terapeuta, ma anche manifestare il proprio disagio, dunque possiamo trovare un atteggiamento rigido, distaccato, rispetto alle proprie problematiche. Ovviamente siamo di fronte ad un atteggiamento difensivo in cui vi è difficoltà ad accettare ed accedere ai propri stati interni, nonché di riconoscere le proprie emozioni, desideri e bisogni. Bisogna, infine, specificare, che le persone che presentano tale disturbo, sono diverse tra loro, e presentano diversi livelli di gravità clinica e di funzionamento sociale. Diverse ricerche hanno evidenziato che , più che la diagnosi, altri fattori sono rilevanti, quali: la gravità dei sintomi, la compromissione sociale e sono proprio queste problematiche a determinare spesso una diagnosi infausta.

Concludiamo infine, con una riflessione dal punto di vista sociale e culturale. Intorno agli anni settanta, altri autori importanti come Alexander Lowen o Cristopher Lasch, hanno messo in rilievo, oltre ad aspetti di carenze da parte dei caregiver,  gli aspetti sociologici, filosofici, se vogliamo più “sociali” legati al tema del narcisismo. In particolare Lasch, ha evidenziato come sia proprio la nostra società, in particolare la società occidentale, orientata al produrre, all’apparire, a discapito dei valori e dell’autenticità della persona, a incentivare questo tipo di problematica. Ne emerge, dunque un soggetto in preda all’ansia, alla ricerca di una gratificazione immediata, e che vive, dunque in uno stato di inquietudine e di insoddisfazione perenne.

Dr. Giampiero Strangio, Psicologo

 

Riferimenti Bibliografici

Caligor, E., Levy, K. N., & Yeomans, F. E. (2015). Narcissistic personality disorder: diagnostic and clinical challenges, American Journal of Psychiatry, 172, 415-422.

 

Dimaggio, G., Petrilli, D., Fiore, D., & Mancioppi, S. (2003) Il disturbo narcisistico di personalità: la malattia della grande vita. In G. Dimaggio & A. Semerari “I Disturbi di personalità. Modelli e trattamento” pp. 161-200, Laterza Editori.

 

Kouth, H. Narcisismo e analisi del sé. (1977). Bollati Boringhieri.

Lasch, C. La cultura del narcisismo. (1981). Bompiani.

Levy, K. N., Chauhan, P., Clarkin, J. F., Wasserman, R. H. & Reynoso, J. S. (2009). Narcissistic pathology: Empirical approaches. Psychiatric Annual, 39(4), 203-213.

Lowen, A. Il narcisismo. L’identità rinnegata. (2013). Feltrinelli. Trad. it Stefano Magagnoli.

Vieta, E., Colom, F., Martinez-Aran, A., Benabarre, A., Reinares, M., & Gastò, C. (2000). Bipolar Il disorder and comorbidity. Comprehensive Psychiatry, 41, 339-343.